Skip to main content

Dentro ognuno di noi vive un bambino. O meglio: tanti bambini. Ognuno con un volto, una voce, una memoria. Sono gli archetipi dell’infanzia: immagini interiori che raccontano chi siamo stati nei primi anni di vita, e che ancora oggi plasmano il nostro modo di amare, scegliere, reagire, difenderci o aprirci alla vita.

Nel mio lavoro con le Costellazioni Familiari, l’energia del corpo e gli stati di coscienza, vedo ogni giorno quanto questi archetipi agiscano in profondità, anche quando crediamo di essere diventati adulti. È nell’ombra dell’archetipo che spesso si nasconde la nostra ferita più antica… ma anche la chiave per la nostra guarigione.

Cosa sono gli archetipi?

La parola archetipo viene dal greco:
arché = principio, origine
typos = modello, impronta

Gli archetipi sono immagini originarie, simboli universali che vivono nell’inconscio collettivo (Jung), e che ci guidano silenziosamente.
Sono forme interiori viventi, che assumono volti diversi a seconda dell’età, del contesto, delle ferite che abbiamo vissuto.

In particolare, i primi tre archetipi che si manifestano nell’infanzia costruiscono le fondamenta del nostro modo di stare al mondo.


L’Innocente – Il paradiso perduto

È la parte più pura e luminosa di te.
Quella che sogna, si fida, crede nel bene.
L’Innocente è il bambino che ama senza difese, che si affida totalmente, che spera e gioca.
Ma se viene ferito troppo presto, si perde nell’illusione, nel vittimismo, nella dipendenza.

La sua grande lezione?
Mantenere la fiducia anche dopo la delusione.
Non smettere di credere, ma imparare a distinguere.
Solo così potrà tornare al paradiso… con gli occhi aperti.


L’Orfano – La caduta e la resilienza

L’Orfano nasce quando l’Innocente cade.
Quando il bambino si accorge che non verrà salvato, che l’amore può mancare, che il mondo può deludere.

È l’archetipo che impara a sopravvivere da solo, a non aspettarsi più nulla.
Ma questa forza, se non trasformata, diventa cinismo, durezza, sfiducia.

La sua grande lezione?
Accettare la solitudine senza chiudersi.
Imparare a fidarsi di nuovo, ma con discernimento.
Perché l’Orfano, se trasforma la sua ferita, diventa il Guaritore Ferito.


Il Guerriero – La forza che protegge

Il Guerriero è colui che dice “basta”.
Che impara a mettere confini, a difendere sé stesso, a combattere per ciò che ama.
È l’archetipo del fuoco, della volontà, dell’identità che si afferma.

Ma se la sua spada è ferita, colpisce nel posto sbagliato.
Può diventare aggressivo, controllante… o al contrario arrendersi per paura del conflitto.

La sua grande lezione?
Usare la forza con amore.
Rimanere centrato nel cuore anche quando serve combattere.


L’Angelo Custode – L’amore che nutre

Quando cominciamo ad amare, a prenderci cura degli altri, nasce l’Angelo Custode.
È l’archetipo che sa ascoltare, accogliere, proteggere.
Si manifesta spesso tra i 21 e i 28 anni, ma affonda le radici nella parte tenera di noi che vuole il bene degli altri, che si commuove, che c’è.

Se ferito, però, si annulla.
Si sacrifica, si dimentica, si svuota pur di essere utile.

La sua grande lezione?
Donare senza perdersi.
Amare senza invadere.
E ricordare che non puoi salvare nessuno, se prima non hai salvato te stessə.


Perché lavorare con gli archetipi?

Perché ogni volta che entriamo in crisi, in realtà è un archetipo che si muove dentro di noi.
Un bambino interiore che grida. Una forza dimenticata che chiede spazio.
Riconoscerli, ascoltarli e onorarli ci permette di integrare le nostre ferite, riscoprire i nostri doni, e camminare verso la nostra piena realizzazione.


Vuoi esplorare i tuoi archetipi interiori?

Dal 18 al 24 agosto ti aspetto a Evolutionary Journey,
un ritiro immersivo nella natura, dedicato agli archetipi, alla danza, alla meditazione, alle costellazioni familiari e archetipiche, ai rituali trasformativi e al ritorno alla tua essenza.

Scopri il programma completo qui:
https://namahsi.com/event/evolutionary-journey-seconda-parte