La Medicina placentare è un servizio che accompagna in maniera attenta e sensibile la madre che ha appena dato alla luce, nel processare la sua placenta perché venga utilizzata come medicina naturale, omeopatia, arte organica o rituale.
Per anni la strumentalizzazione della gravidanza e del parto ci ha portato a dimenticare e quasi a ignorare la placenta.
Questa negligenza involontaria era strettamente connessa anche a una svalutazione dell’animo e del corpo femminile, privando le donne, così anche le gestanti, dell’innato potere in termini di capacità di auto guarigione, saggezza dell’utero e ripresa post partum.
In un libro del Vecchio Testamento, la placenta viene definita “l’anima esteriore”. È stata descritta anche come “nonna interiore”, “il dolce della mamma”, “la casa del bambino”, “il gemello interiore”.
Questo organo stupefacente si forma durante le prime dieci settimane e si completa entro il terzo mese di gravidanza.
È lo stesso materiale genetico che, suddividendosi dopo la fecondazione, da una parte diventa bambino/a e dall’altro placenta.
Ciò significa che bambino e placenta sono formati dalle stesse cellule, hanno lo stesso DNA e pertanto condividono un’unica risonanza. È grazie alla placenta che il bambino nell’utero si sviluppa e cresce ed è sempre grazie alla placenta che il bambino sviluppa il primo contatto tattile e la prima relazione empatica.
Placenta e bambino, nell’utero, hanno avuto una relazione di simbiosi per nove lunghi mesi.
Così come viene accolto il bambino allo stesso modo andrebbe accolta la placenta.