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Tutti gli eventi della nostra vita, anche quelli più dolorosi o inspiegabili, hanno un senso. Non sempre riusciamo a vederlo, ma ogni accadimento, ogni emozione, ogni condizione fisica o psichica si manifesta al servizio della nostra coscienza. La Bioanalogia ci invita a cambiare sguardo, a considerare che tutto, anche il disagio o la malattia, può diventare una porta di accesso alla verità più profonda di ciò che siamo.

Il concepimento: quando tutto ha inizio

La nostra storia non comincia alla nascita, ma molto prima. Inizia nell’istante del concepimento, quando lo spermatozoo e l’ovulo si incontrano e si fondono, dando origine a una forma unica: noi. Questo momento, in apparenza biologico, è in realtà un incontro tra cielo e terra. Da quell’attimo, la nostra coscienza si imprime nella materia e la nostra personalità inizia a formarsi.

L’impronta di nascita: una memoria originaria

L’impronta di nascita non è buona o cattiva. È. Come l’inchiostro su un foglio, lascia un segno, ma non è il foglio stesso. Funzioniamo come un CD inciso: le esperienze, i vissuti e le emozioni dei nostri genitori nei mesi prima, durante e dopo la gravidanza si imprimono nel nostro inconscio biologico. Le cellule del nostro cervello registrano tutto ciò che accade: emozioni, pensieri, relazioni. E queste registrazioni influenzano chi siamo, le nostre scelte, i nostri talenti e anche i nostri blocchi.

27 mesi fondamentali: prima, durante e dopo

Secondo la bioanalogia, ci sono 4 date chiave che compongono l’impronta di nascita:

  • 9 mesi prima del concepimento: i vissuti del padre, i suoi progetti, le sue ferite.
  • Il concepimento: inizio della nostra identità biologica.
  • La gravidanza (endogestazione): relazione tra i genitori, conflitti, nutrimento.
  • 9 mesi dopo la nascita (esogestazione): rapporto simbiotico con la madre, inizio dell’autonomia psicologica.

Questi 27 mesi costituiscono un periodo di programmazione profonda. Le memorie emozionali e cellulari che si formano in questo tempo diventano la base su cui si sviluppano la nostra identità, i nostri legami, il nostro modo di relazionarci con la realtà.

Noi non siamo i nostri genitori, ma portiamo il loro vissuto

Possiamo trasformare il nostro destino solo se riconosciamo le nostre radici. Non per rimanere prigionieri del passato, ma per risalire all’origine e riscrivere il nostro presente. La Bioanalogia non giudica: mostra. E nel mostrare, libera.

Conclusione: la via della consapevolezza

Guardare all’origine, comprendere il senso di ciò che è stato, riconoscere ciò che ci è stato trasmesso come impronta: tutto questo ci restituisce potere. Il potere di scegliere, di guarire, di creare. La nostra storia è unica. La nostra impronta è unica. E quando ne diventiamo consapevoli, possiamo finalmente incarnare chi siamo davvero.